Ministero della Cultura

Direzione Regionale Musei
Emilia-Romagna

 

Lo Sport nell'Italia Antica
Tutti pazzi per lo sport!

 

Testi:
Laura Bettini, Barbara Faenza, Daniela Ferrari, Federica Guidi

Illustrazioni:
Maria Agnese Mignani (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna)

Progetto Grafico:
Maria Agnese Mignani, Vanna Politi (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna)

Elaborazione al computer:
Claudio Cocchi, Vanna Politi (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna)

 

Indice:
C'erano una volta gli Etruschi
Siamo tutti sportivi... ma i Greci di più
L'atleta ovvero... sudore e fatica
L'importante è partecipare!
...ma vincere è meglio!

 

C’erano una volta gli Etruschi

Salve amico!
Se ti sento a disagio e ti sembra di non capire niente fermati un attimo qui e leggi: ti farò viaggiare indietro nel tempo, molto indietro portandoti circa nel 500 a.C.
A quel tempo vivevano gli etruschi, uno dei popoli dell’Italia antica: il loro territorio era esteso e fiorente e comprendeva la Toscana, parte del Lazio, dell’Umbria, della Campania e anche una vasta zona della Valle Padana.
Gli etruschi padani si dedicavano all’agricoltura, all’allevamento e, come i loro "cugini" toscani, commerciavano soprattutto con i Greci.
nel porto della città di Spina, che controllava i principali traffici del mare adriatico, attraccavano le navi greche cariche di una merce preziosa per gli Etruschi: i vasi attici, prodotti ad Atene, decorati con splendide figure.
Coppe, crateri, anfore e brocche erano utilizzate dai ricchi Etruschi durante i loro banchetti per preparare e consumare il vino.
 Questi vasi erano considerati così preziosi da essere deposti anche nelle tombe per garantire ai defunti la possibilità di continuare a banchettare nell’aldilà.
Le immagini rappresentate sui vasi illustravano episodi del mito, ma anche della vita quotidiana dei Greci: era un po’ come avere di fronte un album di fotografie che raccontava le storie e le credenze di un altro popolo.
A poco a poco gli dei, i banchetti, le feste, le gare sportive entrarono a far parte del mondo degli Etruschi e diventò per loro abitudine comune venerare quelle divinità, banchettare alla maniera dei greci ed esibirsi in gare sportive.
Gli oggetti che vedi esposti nelle vetrine dei musei, vasi attici e bronzi di produzione etrusca, provengono per la maggior parte da tombe e grazie ad esse potrai scoprire quali erano gli sport praticati nel mondo antico.


Siamo tutti sportivi... ma i Greci di più

Tutti gli antici amavano le competizioni sportive, ma forse saprai che la Grecia può essere considerata la "culla" dello sport, perché è qui che le gare furono organizzate in grandi manifestazioni.
Tante città ebbero i loro giochi, ma i più importanti si svolgevano a Delfi, Corinto, Nemea, Olimpia ed Atene.
Questi giochi erano sacri, dedicati agli dei o ad eroi, e vi potevano partecipare solo gli uomini liberi di nazionalità greca.
Tu conoscerai sicuramente le Olimpiadi, che sono nate quasi 3000 anni, nel 776 a.C., e che si sono svolte per oltre mille anni.
Questi giochi erano così famosi e importanti che sono stati ripresi anche nei tempi moderni.
 Da tutte le parti della Grecia e delle sue colonie arrivavano gli atleti che volevano diventare ricchi e famosi e migliaia di spettatori si accalcavano sugli spalti per acclamare i loro beniamini, un po’ come succede oggi durante le partite di calcio.
Le gare si disputavano ogni quattro anni e, per l’occasione, tutte le guerre e le ostilità in corso tra le città che vi partecipavano venivano sospese.
 Per concorrere, gli atleti dovevano giurare davanti ai giudici di essersi allenati per almeno dieci mesi e che non avrebbero commesso scorrettezze durante le gare.
Prestato il giuramento, svolti i rituali religiosi in onore di Zeus, finalmente le Olimpiadi possono iniziare: sei pronto?
lasciamo la Zona sacra e andiamo a vedere cosa succede in palestra, nello stadio e nell’ippodromo, dove i cavalli stanno già scalpitando.


L’atleta ovvero... sudore e fatica

La prima dote di un atleta è il coraggio di sopportare duri allenamenti nelle palestre, per mesi e mesi, in previsione delle gare. Chi pratica sport pesanti, come la lotta, deve abituarsi a combattere d’estate, a mezzogiorno, sul terreno infuocato; i corridori si allenano correndo sulla sabbia o in ginocchio; alcuni pugili addirittura si frustano per abituarsi a sopportare il dolore dei pugni.
C’è anche chi, per raggiungere un’ottima forma fisica, si sottopone a discipline sportive che non compaiono nelle gare ufficiali come il nuoto, il sollevamento pesi e il salto in alto.
Come non avere una fame da lupi dopo tutto questo movimento?
A seconda delle indicazioni dell’allenatore la dieta prevede pane, formaggio, fichi o carne. Ma niente vino!
 E tutto questo può non essere sufficiente, perché bisogna arrivare ad Olimpia un mese prima dell’apertura ufficiale dei giochi e allenarsi sotto gli occhi dei giudici, per sostenere un "esame" che permetterà di accedere finalmente alle gare.
Ai giochi olimpici sono ammessi non solo gli uomini, ma anche i ragazzi di età compresa tra i dodici ed i diciotto anni.
Niente da fare per quanto riguarda le donne che non possono partecipare né come atlete , né come spettatrici.
Non esiste una divisa ufficiale da gettare ai propri tifosi alla fine della gara: si gareggia nudi e coperti di olio per rendere più elastica la pelle. Poi, a fine gara, olio, polvere e sudore vengono tolti con una paletta ricurva, lo "strigile".


L’importante è partecipare!

Siamo nello stadio, gli atleti si stanno preparando per la corsa a piedi, tutti gli occhi sono puntati su di loro.
La parola stadio indicava in origine la lunghezza (192 metri), che l’atleta doveva percorrere durante questa gara che è una tra le più antiche.
Atleti più robusti ci cimenteranno nella corsa armata, con elmo e scudo: pensa che fatica!
ma questo sport, in origine, era uno degli allenamenti dei soldati.
Su una pedana sta prendendo posto l’atleta che lancerà il giavellotto, una lunga asta con la punta metallica: un buon lanciatore riesce a scagliarlo a circa 50 metri di distanza!
 Anche il lancio del disco prevede che l’atleta si posizioni sulla pedana, scagliando un disco di metallo che può pesare fino a cinque chili. É difficile raggiungere grandi distanze poiché l’atleta compie un mezzo giro su se stesso e non un giro completo, come si fa ora, per imprimere maggiore forza al lancio.
Per il salto in lungo si usano dei pesi, gli "haltares", che servono ad aumentare lo slancio ed a bilanciare il corpo del saltatore in volo.
Gli sport "pesanti", che prevedono lo scontro diretto tra due atleti, sono la lotta, il pugilato e il pancrazio, che è molto violento, poiché sono permessi anche calci, morsi, pugni, ma non l’accecamento dell’avversario!
Per vedere le gare più appassionanti dobbiamo andare nell’ippodromo dove si svolgono le corse a cavallo e su carro.
Grande abilità è richiesta ai cavalieri che montano a pelo (cioè senza sella e staffe); risulta vincitore il cavallo che taglia per primo il traguardo con o senza il fantino.
Spettacolari sono le corse su carro durante le quali spesso si verificano incidenti e scontri tra i veicoli in gara, trainati da due, quattro o più cavalli.


...ma vincere è meglio!

É giunto il momento più atteso ed esaltante: gli atleti vincitori riceveranno il meritato premio!
Alle prime luci dell’alba si avviano verso il tempio di Zeus, impugnando un ramo di palma e con il capo cinto da una benda di lana rossa.
 Davanti al maestoso tempio verrà data loro la corona di olivo, simbolo di vittoria.
Ti sembra un po’ poco per un vincitore?
In realtà gli atleti possono ricevere grandi privilegi come essere mantenuti a vita a spese dello Stato, avere la cittadinanza onoraria e disporre di posti riservati a teatro.
Inoltre sono ricordati per sempre, poiché la loro immagine può essere immortalata con statue esposte a Olimpia, o nella città di origine, e la memoria della loro impresa è affidata, invece, ai versi dei poeti più famosi.
é possibile vincere senza faticare? Certamente, nelle corse con i cavalli la vittoria spetta al padrone dei rapidi destrieri.
E per vincere tanti premi si può fare come Alcibiade, il celebre comandante ateniese, che fece partecipare ad una corsa sette carri di sua proprietà, vincendo il primo, il secondo ed quarto premio!
Dove c’é uno sportivo c’é un tifoso: non solo gli atleti vincitori vengono coperti da fiori al loro passaggio, ma il pubblico urlante arriva addirittura a strapparsi le vesti per gettarle ai piedi del proprio idolo!
Se tante cose sono cambiate dall’antichità ai giorni nostri, come hai potuto scoprire in questo viaggio indietro nel tempo, la passione e l’entusiasmo per lo sport sono rimasti immutati.

 


La pubblicazione "Lo Sport nell'Italia Antica - Tutti pazzi per lo sport!", è edita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna - Servizio Educativo, per i tipi di Graphital Edizioni Parma. Copie della stessa sono disponibili - fino ad esaurimento scorte - presso il Museo Archeologico Nazionale Sarsinate.

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Data ultimo aggiornamento 19-09-2022